La selva degli impiccati

Anno Domini 1463, Parigi. Imprigionato in un pozzo dello Châtelet, il poeta François Villon è in attesa di essere impiccato. Su di lui gravano accuse di furto e di omicidio, quindi la pena è incommutabile. Ma proprio mentre l’infelice viene condotto alla forca, verrà graziato in extremis per l’interessamento di un misterioso benefattore che gli proporrà un accordo. Un patto col diavolo, in realtà, giacché, per vedersi risparmiata la vita, Villon dovrà dar la caccia alla banda dei Coquillards, dei malviventi suoi amici. O presunti tali, per lo meno, dal momento che il poeta sospetta di essere stato “venduto” alla giustizia proprio da uno di loro e intende approfittare dell’occasione per far chiarezza sui fatti. La ricerca lo porterà a Digione, in Borgogna, dove Villon s’imbatterà in Josefine Flamant, una fanciulla diventata fuorilegge dopo che suo zio, il canonico Manuel Flamant, era stato arso sul rogo per aver acquistato un’ampolla in cui si credeva fosse imprigionato un diavolo. La bella Josefine, tuttavia, ha altri segreti e cova un piano di vendetta in cui resterà coinvolto lo stesso Villon. Tra le selve della Borgogna, la canonica parigina di Saint-Benoît, il bordello della Coquille – luogo dei mille incontri – e la ricerca degli sfuggenti Coquillards, che coi loro ideali di goliardia criminale sembrano svaniti nel nulla, il poeta e la ragazza si troveranno ad attraversare l’autunno di un Medioevo quanto mai avventuroso e sconcertante.