Verso Francoforte 2024
Intervista a Ludwig Paulmichl, direttore di Folio Verlag
Autore: Maddalena Fingerle

Ludwig Paulmichl (1960) ha studiato filosofia e storia del teatro a Vienna e Roma. I primi anni ha lavorato come editor per la casa editrice Europa Verlag di Vienna e Zurigo. Ha tradotto dall’italiano Andrea Zanzotto (con Donatella Capaldi e Peter Waterhouse) e Dario Fo. Nel 1994 ha fondato la casa editrice Folio Verlag con sedi a Vienna e Bolzano, che ha pubblicato in traduzione tedesca autori italiani come Vincenzo Consolo, Pier Paolo Pasolini e Andrea Zanzotto, Gianrico Carofiglio, Dacia Maraini Chiara Gamberale e Valeria Parrella.
Quando è nata e perché la casa editrice Folio?
La Folio Internationales Buchbüro è nata nel 1992; si tratta di un ente che offre servizi nel settore dell’editoria. Abbiamo prodotto cataloghi per musei d’arte contemporanea a Vienna, Bolzano, Innsbruck, libri per la sovrintendenza scolastica dell’Alto Adige, per consorzi agrari o cosiddetti “Dorfbücher”, cioè libri per anniversari di comuni altoatesini.
Invece Folio come casa editrice vera e propria è nata con l’uscita del primo catalogo nella primavera del 1994, con Reise mit Wittgenstein in den Norden di David Hume Pinsent, compagno di viaggio di Wittgenstein, con Die unsichtbare Grenze di Eric Wolf e John Cole, saggio antropologico-culturale sulle differenze di due comunità della Val di Non vicine geograficamente, ma storicamente orientate verso sistemi politici differenti, l’una (Tret) verso l’Italia, l’altra (St. Felix) verso l’Austria, o il bellissimo libro di poesie di Peter Waterhouse intitolato Blumen (pubblicato poi in Italia da Donzelli).
Il mio socio Hermann Gummerer ed io veniamo entrambi dall’ambito culturale. Gummerer gestiva il circolo dei “Bücherwürmer Lana”, che organizzava le giornate culturali di Lana (Kulturtage Lana), il primo festival di letteratura in Alto Adige di livello internazionale, di cui in certo modo faceva parte anche il premio N. C. Kaser, in onore di uno dei più interessanti poeti contemporanei altoatesini. Gummerer infine collaborava alla rivista “Der Prokurist”, che accompagnava e ampliava queste iniziative.
Anch’io scrivevo per varie riviste letterarie di lingua tedesca, come “Föhn”, “Sturzflüge, “manuskripte”, “Wespennest”, “Verwenduung”, “Der Prokurist”. Insieme a Donatella Capaldi e Peter Waterhouse, ho tradotto vari libri di poesia di Andrea Zanzotto e pezzi teatrali di Dario Fo. Ho lavorato inoltre come editor per la casa editrice Europa Verlag, con sedi a Vienna e Zurigo.
Ci hanno spinto a fondare la casa editrice, da un lato, un forte desiderio di sprovincializzare la cultura altoatesina con libri di respiro europeo, dall’altro, grazie alla sede viennese, la volontà di partecipare a un discorso culturale contemporaneo, sia con la narrativa sia con i cataloghi d’arte.
Il nostro sogno era quello – un po’ megalomane – di partecipare alla vita culturale dell’intera area di lingua tedesca, ma con un forte accento sui rapporti con tutte le aree dell’Europa.
Oggi, rispetto a quegli anni, è cambiato il tuo sguardo sulla letteratura? Se sì in che modo?
Dai nostri inizi ad oggi il mercato librario è cambiato totalmente. I programmi, per quanto riguarda la letteratura, si devono distinguere in molte più categorie e “gruppi target”, sia per convincere gli rappresentanti delle grandi catene di acquisto sia in funzione dei livelli di linguaggio delle varie fasce di lettori.
Altra cosa erano gli anni Novanta in cui tutto sembrava un lavoro di “perfectibilité” in senso rousseauiano. Si pensava, grazie alla letteratura, di elevare il livello di consapevolezza dei lettori e poter così costruire un mondo migliore.
Se negli anni Novanta, inizio anni 2000 abbiamo pubblicato titoli di Pier Paolo Pasolini o Vincenzo Consolo assieme ai noir di Giancarlo De Cataldo, oggi per noi il mercato è frammentato: da un lato l’impegno, dall’altro l’intrattenimento, l’intrattenimento impegnato e quello di massa.
Leggi anche per piacere o solo per lavoro?
Vorrei leggere molto di più per piacere personale, approfondire i classici della filosofia politica o della storiografia, per esempio rileggere i giusnaturalisti o gli storici degli Annales. Ultimamente però sono molto preso dal lavoro per la casa editrice e da tutto il peso dell’amministrazione.
Com’è la tua giornata tipo (se c’è)?
Mi alzo verso le 6, 6.30, dopo colazione, verso le 7.30, rispondo alle mail e cerco di organizzare il lavoro della giornata. Verso le 9 vado in ufficio (a Bolzano o a Vienna) e ci rimango fino alle 16.30 o 17. Poi la sera, solitamente dopo le 20/20.30, leggo manoscritti o redigo testi, fino alle 22/22.30. I fine settimana però cerco di fare sport, d’inverno vado a sciare, visto che vengo dallo Stelvio, un paese di montagna, d’estate invece pratico un po’ di alpinismo, e la sera cerco di leggere cose che non riguardano il lavoro.
Quindi riesci a leggere anche per piacere!
Quali sono gli aspetti che prendi in considerazione quando decidi di comprare i diritti di traduzione di un romanzo italiano? Che cosa deve avere un libro o un’autrice/autore per attirarti?
Difficile rispondere, dipende dal genere del libro, se è un romanzo, un giallo o altro. Nei gialli preferisco il racconto a sfondo realistico-politico, che ormai si fanno più rari, a vantaggio dei gialli seriali.
Poiché vengo da una generazione molto politicizzata mi piace il racconto “impegnato”, d’altra parte, però, vengo anche dalla tradizione austriaca, intrisa di sperimentazione linguistica e di gioco, caratteristiche che in Italia ormai mi sembrano sempre più difficili da trovare. In Austria ci siamo formati sui libri del cosiddetto “Wiener Gruppe”, un gruppo di autori diversissimi, tra cui Ernst Jandl e Gerhard Rühm. Qualcosa di analogo in Italia potrebbe essere il gruppo 63, ma in tutti i poeti italiani del Novecento c’è una profonda ricerca linguistica, penso ad Andrea Zanzotto, naturalmente, ma anche a Pasolini o a Fortini.
Hai mai comprato i diritti di traduzione di un libro che non ti ha conquistato ma che consideravi vendibile?
Certamente, ma non faccio nomi☺
Certo, ci mancherebbe!
C’è qualche tema che funziona in ambito germanofono ma non in quello italofono e viceversa?
Penso di sì: ogni mercato nazionale ha delle tematiche proprie che difficilmente possono essere trasferite in altre realtà e avere lo stesso impatto. Ultimamente vedo, per esempio, che la saggistica su tematiche lgbtq+ è molto più presente in Germania che non in Italia. Anche tutta la letteratura sull’ambiente, sulla natura, sul cambiamento climatico è arrivata in Italia – parlando in numeri di pubblicazioni – molto più tardi che nei paesi nordici. Poi molto dipende sempre anche dalla forza del singolo editore, dalla sua capacità di proporre con successo certe tematiche.
C’è un libro che avresti voluto pubblicare ma che è stato pubblicato da un’altra casa editrice?
Sì, ci sono tanti libri che mi sfuggono, anche altre case editrici hanno editor in gamba. Proprio qualche mese fa mi sarebbe piaciuto comprare i diritti di traduzione di un libro bello e importante di Igiaba Scego: Cassandra a Mogadiscio che però uscirà da S. Fischer. Spero che abbia un grande successo in tedesco!
